Massimiliano Brullo

Titolo installazione: MushRooms

In questa installazione, l’artista esplora il fungo come il vero frutto proibito, simbolo di conoscenza superiore ed espansione della coscienza. Più di ogni altra cosa, però, il fungo diventa un veicolo di riconnessione, non solo con l’universo, ma con la natura che ci circonda e con l’intero pianeta. Le sue forme fluide e i colori psichedelici ci invitano a guardare oltre le apparenze, suggerendo un legame profondo con la rete invisibile che connette tutte le forme di vita, dalla terra al cielo.

Il fungo, con il suo intricato micelio sotterraneo, incarna perfettamente il legame nascosto tra l’uomo e la Terra, simboleggiando l’interdipendenza tra la nostra esistenza e l’intero ecosistema. Sorprendentemente, la struttura del micelio ricorda quella dei neuroni nel nostro cervello: una rete intricata e interconnessa, capace di trasmettere informazioni e di adattarsi, proprio come una mente vivente.

L’artista ci invita a riflettere su come, attraverso il fungo, possiamo espandere la nostra consapevolezza, non solo verso l’infinito cosmico, ma soprattutto verso una comprensione più profonda della nostra relazione con la Terra. Ogni elemento naturale – dai funghi alle piante, dalle montagne agli oceani – riflette la stessa energia vitale che anima l’uomo. Questa connessione diventa essenziale per riconoscere la sacralità della natura e il nostro ruolo al suo interno.

L’opera ci sfida a vedere la nostra esistenza come parte di un ciclo continuo di vita, morte e rigenerazione, che si manifesta in ogni forma vivente. I funghi, in particolare, si rivelano Maestri di questa ciclicità, guidandoci verso una nuova percezione del mondo: esseri silenziosi ma potenti, capaci di insegnarci il valore della simbiosi, della trasformazione e della resilienza.

In un’epoca in cui l’uomo si allontana sempre più dalla natura, il fungo ci riporta alle nostre radici, ricordandoci che siamo Terra e che la nostra sopravvivenza dipende dalla nostra capacità di ristabilire un legame autentico con il mondo naturale. Così, l’artista non solo celebra la nostra connessione con l’universo, ma ci invita a riscoprire, rispettare e proteggere il legame primordiale con il pianeta che ci ospita.

Testo in inglese

In this installation, the artist explores the mushroom as the true forbidden fruit, a symbol of higher knowledge and consciousness expansion. More than anything else, however, the mushroom becomes a vehicle of reconnection, not only with the universe but with the nature around us and the entire planet. Its fluid shapes and psychedelic colors invite us to look beyond appearances, suggesting a deep connection with the invisible network that links all forms of life, from the earth to the sky.

The mushroom, with its intricate underground mycelium, perfectly embodies the hidden bond between man and the Earth, symbolizing the interdependence between our existence and the entire ecosystem. Surprisingly, the structure of the mycelium resembles that of neurons in our brain: an intricate, interconnected network capable of transmitting information and adapting, much like a living mind.

The artist invites us to reflect on how, through the mushroom, we can expand our awareness, not only toward the cosmic infinite but especially toward a deeper understanding of our relationship with the Earth. Every natural element – from mushrooms to plants, from mountains to oceans – reflects the same vital energy that animates humans. This connection becomes essential for recognizing the sacredness of nature and our role within it.

The work challenges us to see our existence as part of a continuous cycle of life, death, and regeneration, which manifests in every living form. Mushrooms, in particular, reveal themselves as Masters of this cyclicality, guiding us to a new perception of the world: silent but powerful beings capable of teaching us the value of symbiosis, transformation, and resilience.

In an age where humans are increasingly disconnected from nature, the mushroom brings us back to our roots, reminding us that we are the Earth, and our survival depends on our ability to restore an authentic connection with the natural world. Thus, the artist not only celebrates our connection with the universe but invites us to rediscover, respect, and protect the primordial bond with the planet that hosts us.

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